Esame di Avvocato 2025
meglio puntare sulla pratica o sulla teoria?
Introduzione
Uno dei dilemmi più diffusi tra i praticanti è questo: nella preparazione all’esame di avvocato è meglio concentrarsi sulla teoria o sulla pratica? La risposta non è un aut-aut. L’esame scritto richiede entrambe, ma in proporzioni diverse rispetto al percorso universitario.
Perché il “solo studio” non basta
Molti candidati passano ore a leggere manuali, ma senza mai scrivere un atto completo. Questo approccio è rischioso, perché all’esame non viene valutata la conoscenza teorica in astratto, bensì la capacità di costruire un elaborato concreto, coerente e leggibile.
Tre pilastri della preparazione
1. Lettura della traccia
Capire subito la domanda è fondamentale: leggere con attenzione, sottolineare parole-chiave, individuare l’istituto giuridico coinvolto.
2. Uso del codice
Il codice non è solo un “compagno di banco”: bisogna imparare a orientarsi velocemente tra indici, articoli e rinvii. Un allenamento quotidiano riduce il rischio di errori e perdite di tempo.
3. Struttura dell’atto
Chiarezza logica, linguaggio ordinato, paragrafi leggibili. Anche un contenuto giuridicamente corretto perde valore se presentato in modo confuso.
FAQ veloci
Quanta teoria serve ripassare? Gli istituti più frequenti, non l’intero codice.
La pratica è davvero così importante? Sì, perché è ciò che la commissione valuta.
Conclusione
La giusta proporzione è: 70% pratica, 30% teoria mirata. Con questo equilibrio, la preparazione diventa efficace.
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