C’era una volta una giovane praticante di nome Alessandra. Era appassionata di diritto fin da quando era bambina e desiderava diventare una grande giurista. Un giorno, decise di partecipare a un corso avanzato per prepararsi all’esame di avvocato.
Durante il corso, il tutor mise in evidenza l’importanza di saper redigere un atto con i materiali disponibili. Spiegò che, a volte, gli avvocati si trovano di fronte a situazioni in cui devono improvvisare e utilizzare ciò che hanno a disposizione per creare atti comunque efficaci. Questa abilità di adattarsi ai materiali disponibili era fondamentale per superare l’esame, dimostrando le capacità di un vero avvocato.
Alessandra fu ispirata da questo concetto e decise di mettere in pratica ciò che aveva imparato. Un giorno, mentre lavorava in preparazione all’esame, si trovò ad affrontare un caso particolare, per il quale il codice che utilizzava non riportava alcun precedente di giurisprudenza.
Senza farsi scoraggiare, Alessandra si mise all’opera. Esplorò il proprio codice, cercando sentenze che esprimessero principi comunque utili a risolvere il caso. Sperimentò diverse combinazioni e rilesse più volte per trovare la formulazione convincente per la soluzione.
Dopo alcuni tentativi, Alessandra riuscì a creare una soluzione ragionata del caso proposto dalla traccia, utilizzando principi tratti da massime di giurisprudenza relative a casi diversi, ma altrettanto fondanti. Il tutor rimase soddisfatto della soluzione proposta, complimentandosi con Alessandra per la sua abilità di lavorare con ciò che aveva a disposizione.
Da quel giorno, Alessandra capì che l’arte di scrivere di diritto non riguardava solo le formule e i precedenti specifici, ma richiedeva anche flessibilità e creatività. Imparò a sfruttare al massimo ciò che aveva a disposizione, trasformando ingredienti comuni (norme e sentenze) in ragionamenti fondanti.
Il metodo Ius & Law insegna proprio lavorare con quanto ciascuno trova nella propria “dispensa”, elaborando con quegli “ingredienti” il miglior ragionamento possibile per costruire il proprio “piatto”.
Morale della favola: sii intelligente, sii come Alessandra!